Suono il campanello alla porta di ingresso del Museo della Seta di Orgosolo.
Più che un museo, è a metà tra una bottega ed una casa privata.
In effetti il primo ad accoglierci è Pelù, il cane di famiglia, che anticipa Maria intenta nelle sue faccende ma che poi viene ad aprirci.
“Si può visitare?” chiedo io.
“Sì, cettammente “ risponde lei con un perfetto accento sardo.
In quattro e quattr'otto, Maria Corda si cala nel ruolo dell’ultimo baluardo della tradizione della seta ad Orgòsolo. Per questo si può dire che il vero “museo” è lei, custode di un saper fare a rischio di estinzione.
Scegliamo di fare la visita approfondita a pagamento, che comprende anche la vestizione del tradizionale copricapo da donna realizzato ovviamente nella seta locale.
Occhi azzurri e vivi, Maria è una donna determinata e convinta di quello che fa, e con tanta passione è pronta a raccontare i segreti della sua arte. Attraverso le sue parole si scopre un mondo affascinate.
Per esempio, sapevate che il baco di Orgosolo è di una razza diversa da quello del Continente? Sapevate poi che ci sono bozzoli colorati e non solo bianchi?
E sapete di che colore sono quelli del baco di Orgosolo? Sono gialli!
È sorprendente: un’arte tramandata attraverso le generazioni sopravvive grazie a Maria, che ci tiene a sottolineare che i bachi sono animali domestici perchè se non gli dai tu da mangiare loro non vanno a cercarselo. Insomma se qualcuno vuole, può pensare di sostituire i canarini con un migliaio di bachi da seta! Può essere un’interessante alternativa ma sicuramente impegnativa, visto quanto divorano, come si moltiplicano, quanto crescono (4.000 volte la dimensione iniziale!).
E poi cosa occorre fare prima di arrivare a quel delicato filo che viene torto e lavorato con tutti gli strumenti del mestiere, come rami di lavanda selvatica, fogli di carta, rocchetto, fuso e arcolaio.
In Sardegna anche la lavorazione è diversa da quella del continente, dove le donne si ustionavano le mani per bloccare il ciclo di vita del bozzolo. Ad Orgosolo invece si usano i rametti di lavanda, e le mani sono salve.
Alla fine della visita hai la sensazione di essere stato ospite a casa di un’amica e non vedi l’ora di raccontare questa esperienza a tutti voi che state leggendo.
Pelù ringrazia e saluta accompagnandoci alla porta.