Prendi una notte di maggio a Londra, la sera prima della partenza quando hai lasciato il tuo gruppo e seppur stanco decidi che devi salutare la città a cui sei legato profondamente percorrendola a piedi da Soho alla City attraverso i luoghi della tua memoria degli ultino 35 anni...
a cura di Giorgio Baravalle
E’ l’ultima serata del nostro itinerario in omaggio alla primavera a Londra e rientrato in hotel in compagnia di alcuni amici di bevute del mio gruppo dopo una pint in un pub storico, dove non stavo dai tempi dell’università (il Dirty Dick’s a Liverpool st.), mi guardo attorno e le pareti della stanza sono troppo strette per contenere la voglia di abbracciare questa città che ho eletto come mia città. Sono stanco, ma il richiamo è troppo forte e decido di attraversarla a piedi un'ultima volta da Soho alla City, perché ogni passo è una conessione che mi rende un tutt'uno con la città.
Da Soho a Leadenhall market inizia un viaggio dove mille cassetti della memoria si aprono alla vista della città che scorre davanti ai miei occhi, con la musica che ritma il passo; scatto foto che immortalano i luoghi che mi hanno segnato e riemergono sorprendentemente dalle nebbie del tempo. Soho e’ luce, divertimento e libertà di espressione. Insegne luminose e locali si susseguono e mi arrestò davanti a Pollo, uno dei più storici ristoranti Italiani, dove io e Laura portavamo i nostri genitori a cena quando erano in visita ai tempi del nostro Erasmus. Il tuffo al cuore nel pensare che da allora i nostri padri non ci sono più e le nostre madri non se la passano benissimo fa sentire il peso del tempo passato. Il Bar Italia dove si trovava uno dei pochi caffè espresso all’Italiana (ora l'Italianità è ovunque). In una città dove tutto cambia, in fondo niente cambia ed io mi ritrovo improvvisamente in un tunnel temporale lungo 35 anni. E’ così da allora Londra fa parte della mia vita e non ne riesco proprio più a fare a meno.
Così proseguo questo “viaggio” passo a passo nella città che ho imparato a conoscere e a cui sento di appartenere. Le lanterne rosse di China Town con i grandi archi d'ingresso, l’Hyppodrome un tempo grandiosa discoteca ed oggi triste sala da gioco e poi mano a mano che Soho scorre via i suoni della festa si fanno più deboli ed il silenzio pervade le vie che diventano sospese in una dimensione onirica, metafisica e bellissima. Lampioni di ghisa, traiettorie sinuose segnate dai pali dissuasori che disegnano poeticamente le vie. Il selciato della strada, i miei passi, la musica nelle cuffie ed io solo nel cuore di Londra. Un’emozione che è come una danza che mi fa dimenticare la stanchezza e mi da una carica che vorrei non finisse mai. In fondo è questo che hai sempre fatto su di me… mia cara vecchia Londra!
Il negozio di Paul Smith con le iconiche righe colorate che ritrovo lì dopo quella prima volta che varcai quella soglia per acquistare una maglietta nel 1993, l’ingresso del teatro del musical "Mamma mia" e poi nuovi luoghi come il negozio Penhaligon’s con i profumi che ho conosciuto solo più tardi nella mia vita e che il mio Massimiliano mi ha regalato a Natale perchè un profumo londinese chiamato The tragedy of Lord George non poteva non essere mio. E' buffo come la sorte mi porta sempre qui e mi piace pensare che nulla è a caso.
Aldwich, con i monumentali palazzi che formano una mezzaluna, mi ha sempre affascinato e mi porta in breve tempo a Temple bar, ovvero il confine con la City...un invisibile confine tra due mondi, dove tutto profuma di storia, di cambiamenti dal tempo dei romani ad oggi. Antiche chiese, eclettiche architetture, insegne di banche e scritte sbiadite sui muri che ricordano come Fleet street fosse densamente occupata dalle sedi delle testate giornalistiche più importanti dell’Impero britannico ed ora è una strada deserta… solo bus turistici, che sfrecciano nella notte sotto la mole monumentale della cupola di St Paul’s.
Io solo, sotto questo gigante di pietra come su un grandioso palcoscenico: l’antica porta che si trovata al posto dell'attuale Temple Bar, visto poco prima, da qualche anno ha trovato riposo al suo peregrinare in luoghi inappropriati su una nuova piazza dove statue che sembrano uscite da storie fantastiche e degne di Alice in Wonderland amplificano l'atmosfera metafisica e sospesa della notte londinese.
Il mio viaggio oramai vede la sua fine con gli svettanti grattacieli che negli ultimi trent’annni hanno creato nuovi profili, nuovi riflessi ed una nuova città che nasconde l’antico scampato a tante distruzioni: chiese medievali, chiese firmate da Christopher Wren, la Mansion house, la Borsa (Stock Exchange) divenuta oramai un luogo del commercio e della ristorazione di lusso, la Banca d'Inghilterra e il mercato vittoriano di Leadenhall apprezzato anche del più famoso maghetto del mondo…
Una cabina rossa del telefono.. Pronto ci sei? Io sono qui…nuovamente qui. E tu come stai?
Varco la soglia del mio hotel e chiudendo la porta alle mie spalle, finisce il mio naufragare tra le braccia della mia Londra.
Londra dalle umide strade
odor di fish & chips emanavi.
Brillar del sole
in cielo grigio ostentavi
mentre io
tra Big Ben e Piccadilly
camminando
con le mie fantasie
tra odore di cannella
e legno vecchio
riponevo misteriosi miei segreti.
Segreti di speranze
o di illusioni
di sogni
o di passioni
in cerca di risposte
in cerca di me stesso.
Forte come madre
tratti tutti come figli
esibendo bugigattoli come castelli
facendoci sentire tutti fratelli.
Londra prendimi e non
lasciarmi andare via.
Dammi asilo emozionale
alla luce di un lampione liberty.
Londra città aperta
di colori, forme e confusioni
di fumo, finanza e contraddizioni
tra le tue braccia
mi son ritrovato
e da allora mai più separato.
componimento di Andrea Giordani