Ciao!
Se hai bisogno di un consiglio o di aiuto utilizza la chat. In Terre di Granda Club è a tua disposizione.

Contattaci 💬

La Pasqua che mi appartiene: il mio viaggio nell'Anima della Sicilia

A cura di Massimiliano Ferrari di VIncenzo. La Pasqua in Sicilia non è soltanto una celebrazione religiosa, ma un autentico spettacolo di devozione, arte e tradizione. Ogni angolo dell’isola si anima con processioni che raccontano, con intensa emozione, la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo. Questi riti secolari, tramandati di generazione in generazione, uniscono fede, cultura e senso di comunità. Si ripetono da secoli, mantenendo intatta la simbologia pasquale, frutto dell’incontro tra tradizioni e culture diverse: usanze greche, bizantine, arabe e spagnole. Per le strade si possono vedere uomini e donne incappucciati, bambini vestiti da angioletti, e canti e lamenti che rappresentano lo scontro tra le forze del bene e del male. I simulacri, autentiche opere d’arte portate in processione sulle spalle dei devoti, non sono solo simboli di bellezza, ma anche testimonianze di una ricca tradizione culturale, radicata nel cuore di questa regione.

 

avatar
La Bussola
Giorgio Baravalle

Immaginate di trovarvi nel cuore della Sicilia, dove le strade di un piccolo paese si vestono di storia, fede e tradizione. È il Venerdì Santo a Pietraperzia, un angolo incantevole dell’isola che ogni anno celebra un rito antico e suggestivo: la festa del Signuri di li Fasci. Un evento che trascende la religiosità e diventa una vera e propria esperienza sensoriale, un atto di devozione collettiva che unisce il passato e il presente, il sacro e il popolare. Le strade di Pietraperzia, avvolte in un silenzio quasi mistico, si animano con la processione del Signuri di li Fasci.

La croce, simbolo supremo di sacrificio, viene sollevata dai fedeli grazie a lunghe fasce bianche che legano la comunità a Cristo. Ogni fascia, lunga ben 33 metri (un numero che evoca gli anni di vita di Cristo) e larga 40 cm, è un simbolo potente: realizzate in lino, materiale che richiama il sudario di Cristo e le fasce della natività con cui fu avvolto Gesù, sono un atto di fede profonda. Le fasce non sono solo un simbolo sacro, ma anche un legame familiare: si tramandano infatti di generazione in generazione, e la più antica risale al 1888. Ogni fascia porta con sé un ricamo, un ex voto che racconta la storia e le speranze di chi l'ha donata. Il gesto di sollevare le fasce è un atto di fede collettiva, che unisce tutti i partecipanti in un cammino simbolico di speranza e resistenza. Le fasce bianche legate alla croce diventano il filo invisibile che collega ogni membro della comunità alla memoria di un sacrificio che ha segnato il destino dell’umanità. È un momento di grande spiritualità, ma anche di intensa appartenenza, che riflette la forza di un popolo che, anche nei momenti più difficili, non ha mai smesso di sperare. Immaginate di camminare tra le vie strette di Pietraperzia, accompagnati dalla musica dei canti religiosi e dalla luce calda del tramonto che sfiora le facce dei partecipanti. La processione avanza lentamente, con il peso di secoli di tradizione sulle spalle di ciascuno, ma con il cuore gonfio di una speranza che si rinnova ogni anno.

È un'esperienza che vi toccherà nel profondo, che vi farà sentire parte di una comunità che, con umiltà e devozione, celebra la propria fede e il proprio legame con la terra. Non perdete l’opportunità di vivere questa tradizione unica. Unisciti a noi per un viaggio che ti porterà nel cuore pulsante della Sicilia, a scoprire il Signuri di li Fasci, un rito che affonda le sue radici in secoli di storia e che ancora oggi mantiene intatto il suo fascino. Un’occasione imperdibile per immergersi in una tradizione che parla di speranza, di sacrificio e di resistenza, e che continua a illuminare le strade di Pietraperzia con una luce che non si spegne mai.

Lu Signùri di li fasci. Storia di una tradizione secolare

di Giuseppe Maddalena
Per conoscere ancor più a fondo la storia di questa tradizione affascinante, vi consigliano la lettura de "Lu Signùri di li fasci. Storia di una tradizione secolare". Sarà un viaggio avvincente per approfondire questa straordinaria tradizione. Il volume è ordinabile attraverso Iovivoitalia info@iovivoitalia.it Visita

Pasqua e riti in Sicilia

Dall'1 al 7 aprile 2026 (data da riconfermare)
Se sei interessato al nostro viaggio in Sicilia per scoprire le tradizioni pasquali più autentiche continua a seguirci e lasciaci il tuo contatto in maniera che ti invieremo il programma appena disponibili. Pasqua del 2026, Lasciati avvolgere dalla magia di queste celebrazioni e vivi un'esperienza che rimarrà nel tuo cuore per sempre. Visita

Lu Signuri di Li Fasci 2025. la nostra testimonianza

Diario di un piemontese a Pietraperzia

Nel salotto inizio novecento di una vecchia casa di Pietraperzia ha inizio la nostra lunghissima  giornata dedicata al Signore delle fasce (meglio forse in siciliano Lu Signori de li fasci). Pietraperzia è un luogo che è Sicilia nel suo essere fermo, non scalfito dal turismo che non lo prende in considerazione, decadente nell’abbandono delle case frutto dell’abbandono verso il nord e verso le opportunità qui assenti, negozi chiusi che non fanno minimamente trapelare il passato commerciale vivace, le storie di famiglie importanti e palazzi firmati dal Basile (firma d’eccezione del periodo liberty siculo, anche se qui arriva nella forma più eclettica). Lu signori de li fasci è l’apice di una giornata di scoperta inframmezzata da incontri con persone che orgogliose ti raccontano di una mitica Pietraperzia caput mundi! :-)

Anche se gli eccessi di zelo possono fuorviare, in realtà questa piccola località ha un grande fascino già nello scenario naturale in cui si trova: invisibile per chi arriva da Caltanissetta dietro la rupe della sua rocca e dolcemente distesa con le sue casette regolari e squadrate provenendo da Barrafranca. Una maglia urbanistica regolare frutto della volontà del principe locale Barresi da quanto ci raccontano, grazie ai quali scoprirete la storia di Dorotea, le cui spoglie sono raccolte in un meraviglioso sarcofago cinquecentesco nella chiesa madre insieme ad altri monumenti funerari della famiglia Barresi firmati dalla “star” della scultura rinascimentale siciliana Antonello Gagini. La chiesa della Cateva racconta al storia più antica insieme al Castello Barresi poi ereditato dai Lanza di Scalea eda questi depauperato e smantellato (sigh!)

Si poi c’è la storia dei Lanza grandi nobili di Sicilia, ma poveri in canna tanto da essere costretti a venire nella provincia più provincia a chiedere la mano della figlia “villana” dell’arricchito locale (ma tanto arricchito!) il signor Droco. Lui, ricco e felice, a cui fu proposto il quartogenito della stirpe blasonata, poco gli importava un imparentamento senza manco un titolo …dunque rispedì tutti indietro pretendendo il titolo di principe per poter acconsentire…et voilà…il titolo arrivò come ricorda lo stemma sul palazzo della piazza principale del paese.

Insomma tante storie possono fare da corollario all’evento dell’anno che è scandito come sempre da una precisa regia orchestrata dal Governatore Maddalena. Alle 15 in punto la Descendenza con il bellissimo crocefisso quattroccentesco che "scende" dall’altare e viene portato alla chiesa madre tra la folla che da questo momento in poi non farà che crescere. Durante la messa, il crocefisso sino ad ora avvolto in un drappo purpureo come la “passione” viene levato e la sacra immagine viene condotta tra le panche dei fedeli per essere toccata, accarezzata, sfiorata alla ricerca di una speranza ed in segno di preghiera. Attimi densi di autenticità che non si può criticare, ma solo ammirare. Il Crocifisso torna quindi al punto di partenza dove alle 18.00 viene montato sul grande palo che sarà protagonista della processione delle 20.30. La folla è diventata un mare e tra le vie strette  scende il silenzio. Una serie di battiti sordi ed un urlo segnala il momento in cui il grande palo e le fasce vengono innalzati… un'emozione che lascia davvero ammutoliti. Una sfera di vetro colorato fluttua ora nel cielo di Pietraperzia con il Cristo che sfiora balconi, tetti e lampioni.

Centinaia di fascie bianche legate alla base di quella sfera danno vita ad una delle macchine processionali più incredibili mai viste, perchè è viva…ognuna di quelle fasce è una persona, una famiglia; rappresenta le preghiere ed i voti di tutti noi e fluttuano legando la terra al cielo; tutte insieme si muovo all’unisono e cambiano forma in base ad una curva, ad una strettoia o una piazza. Un essere vivente gigante e totemico che ti ipnotizza e desideri seguirlo costantemente al ritmo della banda e dei cori che sono avvincenti ed entrano nell’animo dello spettatore. Fino all’una del mattino il "grande serpente delle fascie" lentamente incede e dietro le persone che guardano, si ritrovano scambiando gli auguri, si ritrovano e chiacchierano. Massimiliano con i parenti da tempo non visti sorride felice del senso di famiglia e di quel raccontarsi che procede lungo tutta la sfilata.

Il bello in effetti è questa commistione tra sacro e socialità che si conclude secondo tradizione con un fragrante pane cunzato ancora caldo del forno aperto fino a tarda notte. Non si tratta di essere credenti per potersi entusiasmare di questa processione che è un momento di incontro, un ritrovarsi tra Pietrini che tornano da ogni angolo del mondo per una sorta di richiamo ancestrale. Per me piemontese in terra di Sicilia è stato  un momento di conoscenza, un momento di avvolgente emozione e di certo invito tutti alla visita con profondo rispetto per una tradizione che deve rimanere radicata e non semplicemente vetrina turistica.

con ammirazione Giorgio Baravalle