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La costa dei trabocchi: Punta Tufano

Tra i binari e il mare


Siamo arrivati al trabocco di Punta Tufano con largo anticipo, sebbene Rinaldo ci abbia ben fatto presente che non poteva accoglierci prima delle 13.

Il caldo di Luglio si fa sentire nonostante la brezza marina che rende il tutto più sopportabile. Mezz’ora da fare passare in un tratto di costa dove apparentemente non c’è proprio nulla, se non un gruppo di case neanche troppo belle e un paio di ristoranti.

 

La prima cosa che colpisce di questo tratto di mare è che non abbia mai avuto un grande sfruttamento balneare e la motivazione è sotto gli occhi di tutti: la ferrovia.

Il treno qui passa proprio sul bagnasciuga, tanto che si sono resi necessari sbarramenti in mare per impedire alle mareggiate di portarsi via la strada ferrata. La cesura tra strada e mare segnata dai binari ha impedito qualsiasi accesso, e dunque ecco spiegato perchè solo i trabocchi e qualche casa di pescatori poteva trovare motivo d'esistere qui.

 

La Via Verde dei trabocchi


Alla fine mezz’ora è trascorsa senza che ce ne accorgessimo. Una volta scesi al mare, là dove anni fa vi era la ferrovia, ora troviamo una meravigliosa ciclabile: un percorso tra i trabocchi che ti catapulta in uno scenario mai visto, curioso, magnetico e divertente.

 

 

Cos'è un trabocco


Si tratta di una antica costruzione marinara che si incontra frequentemente lungo la costa abruzzese (ma anche in Molise e nel Gargano pugliese), tanto da diventarne il simbolo.

I trabocchi sono macchine da pesca abbastanza complesse nei loro meccanismi, costruite su pali conficcati direttamente in mare o tra gli scogli ed ancorate a riva da una moltitudine di cavi e tavole di legno.

Oggi i trabocchi non vengono più utilizzati per la pesca, ci spiega Rinaldo facendoci salire “a bordo”. Ora sono musei di loro stessi ed in molti casi sono trasformati in ristoranti. Purtroppo pochi sono stati mantenuti nella loro integrità come questo di Punta Tufano.

 

Se si pensa che tra trabocchi e ferrovia non possa esistere alcun collegamento, si commette un errore di valutazione, e Rinaldo ve lo spiegherà. Basta infatti aguzzare la vista e osservare attentamente gli elementi che compongono questo strano “ragno” da pesca. Scorgerete che ci sono traversine, binari interi, bulloni che proprio la ferrovia aveva dismesso ed offerto ai pescatori in una sorta di scambio simbiotico.

La balena che si spiaggiò a Punta Tufano

Il 16 agosto del 1960 una balena di quasi 20 metri si incagliò nel piccolo porticciolo accanto al trabocco di Punta Tufano. Leggi di più

Salendo sul trabocco, già dai primi passi sulla lunga passerella in legno sospesa tra cielo e mare, un sorriso si disegnerà sulle vostre labbra. Non so spiegarne il motivo, ma il trabocco mette di buonumore.

Seduti attorno un tavolo al centro della piattaforma costituita dal tavolato sospeso sull’acqua, un bicchiere di fresco vino bianco d’Abruzzo ed i racconti di mare di Rinaldo sono una coccola.

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