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Eco-bello: pensieri a caldo dopo una tranquilla domenica di luglio in Valsavaranche

Biodiversità, bio-architettura, bio un pò quello che ti pare…Sembra che il suffisso Bio ormai sia declinabile nelle più svariate maniere e come un mantra viene ripetuto sempre più spesso. Si invoca un ritorno alle origini, ad un rapporto sano con la natura, ad un minor consumo delle risorse e scelte di energia alternative, ma siamo certi che ognuno di noi abbia compreso cosa significa? Un buon esercizio di sensibilizzazione può essere una giornata in Valsavaranche nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso: 102 anni di storia di salvaguardia del nostro patrimonio ambientale, il parco nazionale più longevo del nostro paese e, come dice la nostra guida naturalistica Davide: casa nostra ! 

Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è uno dei 50 Parchi migliori al mondo

Da poco superati i festeggiamenti per i primi 100 anni di vita del parco senza molto clamore, forse è venuto il momento di mettersi zaino in spalla e scoprire cosa uno dei 50 parchi migliori al mondo può offrire. Si! Avete letto bene, il Parco è entrato a novembre 2014 nella Green list della IUCN (GLPA), un organismo che si propone di riconoscere e promuovere il successo nella gestione di alcune delle più importanti aree naturali del pianeta. Si tratta dell'unico parco italiano ad esservi rientrato ed a comparire tra i primi 46 a livello mondiale nel 2014. Il riconoscimento è stato poi confermato nel 2017 e nel 2021. Dobbiamo essere orgogliosi di questo nostro tesoro. Visita

Una giornata di luglio in Valsavaranche

Una giornata di luglio arrivati ad Introd superando il ponte, il primo wowww esce spontaneo allo sguardo che cade in giù verso lo stretto orrido scavato dal torrente Savara e da questo punto, tornante dopo tornante, lo spettacolo della vita di montagna diventa protagonista. Bio = vita e la vita è quella degli animali che popolano le scoscese pareti rocciose, i boschi di larici o le assolate radure, i fiori che grazie alle abbondanti piogge regalano una profusione degna di un giardino botanico, i suoni della vita nello scorrere dell’acqua o tra le fronde mosse dal vento, la vita della gente nei villaggi che si rende disponibile a raccontare la memoria e le tradizioni di cui sono custodi, come Alma, ma di lei ne parleremo dopo.

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Bio-diversità

Bio-diversità è uno di quei concetti per i quali negli ultimi hanno si è cercato molto di sensibilizzare. La diversità è sempre una ricchezza e come tale deve essere preservata. Tuttavia la diversità di cui si parla è quella varietà che rende un luogo unico ed in qualche modo irripetibile. Una diversità che è opposta al concetto di globalizzazione per la quale ogni cosa diventa possibile in qualunque momento ed in qualunque luogo. La bio-diversità poi si potrebbe affermare che è diversa dal bio-egoismo che vede l’uomo arrogarsi il diritto di plasmare il contesto in base ad un gusto del tutto personale. La regola base del Bio-egoismo è: se mi piace va bene e posso farlo. A casa mia faccio quello che voglio!  Per questo principio troviamo palme in pianura padana, marmo di Carrara in alta montagna, chalet dallo stile trentino in vallate piemontesi etc etc. Propongo invece la diffusione di un nuovo principio: il Bio-bello ovvero un principio per cui il bello non è propriamente ciò che piace, ma piuttosto frutto di una consapevolezza che dà origine a scelte di qualità per se stessi, ma anche per gli altri producendo un miglioramento della qualità dell’ambiente a 360°. Eco-bello è un valore più che una scelta estetica ed persino il nostro viaggio domenicale attraverso villaggi tradizionali può essere un ottimo esercizio per cominciare a discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato. La scelta dei materiali, la loro disposizione così chiara ai nostri antenati per prevenire i disastri e per sfruttare al meglio le qualità di ciò che si aveva a disposizione è ciò che rende la bio-diversità necessaria e quindi BELLA. Eco-bello non è mai scontato perchè non lascia spazio alla superficialità che giustifica tutto e critica laddove non necessario. 

Pensate a come sarebbero belli per tutti, i borghi della Valsavaranche recuperati nella loro autenticità evitando il falso, il superfluo e l'innaturale. Pensate a come il riuscire a mantenere la patina del passato e le tradizioni in chiave contemporanea potrebbe diventare una risorsa per nuovi sviluppi per la montagna. Un miraggio? Speriamo di no.


Segni di diversità nella Valsavaranche

Ad un occhio attento ogni dettaglio può essere rivelatore di una tradizione costruttiva, di un costume locale, di una tipicità ...

viceversa ci possono essere varietà botaniche che seppur meravigliose, potrebbero essere non originarie del luogo. Tra queste immagini sapete qual'è l'intruso?

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Bio-accessibile: la montagna per i non iron-men

La montagna può essere proposta in maniera godibile per chiunque. L’idea che la montagna sia solo fatica o riservata agli sportivi è un errore e ci possiamo concedere modalità, itinerari, attività adatte a tutti. Bio-accessibile quindi significa rendere l’esperienza in quota possibile al maggior numero di persone. Questo non deve significare alterare il contesto per renderlo idoneo in maniera poco sostenibile, ma piuttosto sapere selezionare ciò che può essere più alla nostra portata. Così è successo nella nostra giornata mini-trekking in Valsavaranche: qui gli ingredienti sono stati una passeggiata senza alcuna difficoltà e rilassante tra villaggi e boschi, incontri con pastori, agricoltori ed abitanti, un’immersione nelle tradizioni della buona tavola e la contemplazione della fauna.


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Bios: vite straordinarie

Semplicemente vita ovvero quella di tutti gli esseri viventi inclusi noi che oggi siamo stati ospiti di questa straordinaria vallata. La bellezza della vita diventa anche il piacere di un incontro. In questa nostra giornata in primo luogo abbiamo organizzato quello con Davide D’acunto ovvero la nostra Bussola, è stato il nostro tramite attraverso le parole di un racconto passo a passo attraverso i vari aspetti dell' identità locale e che, a sua volta, ci ha regalato gli incontri con Loredana che si è presa cura di noi per il pranzo in una locanda dove semplicità e sapore del territorio vanno a braccetto e poi non possiamo dimenticare Alma.

Alma è un’anima gentile nascosta sotto lineamenti duri e segnati dal tempo di una vita che lei stessa definisce con la frase “era meglio, quando era peggio!”. Era bello per Alma quando aveva quattro o cinque vacche da allevare e quando lavorava nel Caseificio sociale che oggi è stato restaurato ed è un luogo di memoria. Una memoria che lei vuole fare rivivere, concedendosi in questi incontri e chiacchierate durante i quali i suoi occhi azzurri si illuminano ed oltre ai ricordi come quello della mamma-maestra che le proibiva in classe di chiamarla mamma, ciò che ti arriva è l’umanità e la bellezza dell' essere animali sociali che ci possiamo regalare vicendevolmente bellezza..


L'Arbro de la Leunna

Indirizzo: Località Degioz, 145, 11010 Valsavarenche AO
Telefono: 0165 905732
Da Loredana ti sentirai semplicemente nel posto giusto. Semplicità materie prime selezionate con attenzione e tutta la tradizione della buona tavola in valle. Pane di segale, burro di malga, lardo di Arnad, Miele a km0 e castagne... imperdibili!!!!
Vi piace l'idea di vivere in questo modo questa valle. Contattaci e saremo lieti di esserti d'aiuto insieme alle persone del territorio e la nostra Bussola Davide. Info 0171 67575

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